Allarme generale? Non proprio. Secondo alcuni
studi, di questa influenza negativa risentirebbero soprattutto le persone già
colpite da stress. I disturbi più comuni sono, in questi casi, insonnia,
cefalea, vertigini, scarsa concentrazione, depressione. Solo dopo molti anni
insorgerebbero danni cardiovascolari gravi e degenerazioni cellulari. Occorre
però sottolineare che si tratta di ipotesi: la pericolosità per l'uomo dei nodi
elettromagnetici non è ancora stata dimostrata scientificamente.
Quello che si sa è che certi animali sono più
sensibili di altri ai nodi, pur comportandosi in modi diversi. I cani se ne
allontanano, gatti e formiche invece li prediligono "scegliendoli"
per la loro tana o il nido. Chi ha dubbi sulla salubrità o meno del terreno
su cui sorge la casa di abitazione, può chiedere a un perito la verifica con il
geomagnetometro, o con una loboantenna, strumenti questi in grado di rilevare
le alterazioni del campo magnetico (vedi più avanti al paragrafo sulle perizie).
Circa il 40 per cento dell'inquinamento interno è
causato da esalazioni dei materiali da costruzione. In prima fila c'è il radon,
un gas radioattivo che deriva dal "decadimento" dell'uranio. Inodore,
incolore e dunque invisibile, si raccoglie soprattutto nei luoghi chiusi dove
la concentrazione può risultare ben otto volte superiore che all'esterno.
Il radon non è pericoloso di per sè, perchè quando viene respirato non aderisce
alle mucose polmonari ed è riespulso velocemente. Sono molto nocive, invece, le
sostanze radioattive generate dal suo "decadimento", in particolare
il polonio, che si deposita nelle particelle di polvere e una volta inalato, si
fissa nei polmoni, irraggiandoli. A questo punto, il rischio di contrarre un
tumore è pari a quello di chi fuma più di un pacchetto di sigarette al giorno.
Il radon è presente naturalmente nel sottosuolo e
penetra negli edifici attraverso le fondamenta, le micro fessure delle solette
ai piani terreni, le pareti degli interrati, le giunture tra pavimento e
tubature (e perciò è più concentrato ai piani bassi delle abitazioni). Ma lo si
può anche rilevare in alcuni materiali da costruzione e di rivestimento, come
il tufo, la pozzolana, il granito.
In Italia è ovunque, in alcune regioni, nel Trentino e nel Lazio, in Campania,
Toscana e Sardegna, più che in altre. Per sapere se ce n'è troppo in casa, ci
si può rivolgere a società specializzate come la Eet di Trento (per
informazioni, tel. 0461/239143) e a istituti universitari, come quello di
Fisica applicata di Milano (tel. 02/2663163). A pagamento, si riceverà un
rilevatore di radon da esporre per alcuni giorni negli ambienti e riconsegnare
al laboratorio per l'analisi.
Per ridurre di molto l'effetto radon nelle abitazioni è comunque sufficiente
una buona ventilazione. Basta cambiare l'aria spesso aprendo più volte le
finestre durante la giornata (in particolare, quella della camera da letto
prima di andare a dormire).
La silenziosità è una qualità importante, eppure le
moderne case sono costruite con materiali che non difendono nè dai rumori nè
dalle vibrazioni. E non è solo colpa di vicini rumorosi. Le strade e il
traffico sono fonti continue di rumori, le metropolitane provocano vibrazioni
alle strutture. Rumori e suoni ci raggiungono anche durante il sonno: non ce ne
accorgiamo, ma il sistema neurovegetativo li registra.
Una soluzione possibile, è applicare alle pareti e ai soffitti pannelli
isolanti, utili sia per l'isolamento acustico che per la coibentazione termica.
Ma presentano un inconveniente: sono realizzati con materiali ritenuti
potenzialmente nocivi. Al contrario, i materiali vegetali, purchè non trattati
con sostanze chimiche e tossiche, risultano molto affidabili. In commercio se
ne trovano sia in lastre, sia sotto forma di granulati da inserire nelle
intercapedini o da stendere sulle superfici piane.
Il sughero è il "principe" degli isolanti ecologici: difende dal
freddo e, grazie alla sua porosità, è un ottimo fonoassorbente. È permeabile
all'aria e permette il ricambio smaltendo le componenti malsane.
Si
sente spesso parlare dei danni causati dagli apparecchi televisivi,
specialmente dai vecchi modelli a colori. Ebbene, secondo gli esperti di bioarchitettura
i televisori non schermati potrebbero attirare in casa le onde
elettromagnetiche ed emettere attraverso lo schermo, fino a una distanza di 30
centimetri, raggi X e campi elettrostatici. Per questo è bene tenersi sempre a
una certa distanza dal televisore e dosarne l'uso. I nuovi modelli presentano
invece inconvenienti minori, costi a parte...
Ciascuno
di noi quotidianamente si espone ai campi elettromagnetici, e non solo quando
guarda la televisione. Basta asciugarsi i capelli con il phon, mettere in moto
lavatrice e lavastoviglie o accendere un personal computer. Insomma, qualsiasi
apparecchio elettrico o elettronico - e le nostre case ne sono ormai piene -
quando'è in funzione produce un campo elettromagnetico.
Poco si sa ancora sull'effetto combinato di più campi prodotti
contemporaneamente, nello stesso ambiente, da fonti diverse. Comunque, conviene
adottare alcune precauzioni.
Di fronte ai videoschermi, non stare a distanza ravvicinata, sia che si tratti
della tivù o del computer. In ogni caso, meglio interrompere ogni due ore.
E' bene tenere lontani dal letto e dalla testa i piccoli elettrodomestici
(radiosveglie, phon, termocoperte, rasoi elettrici) e tenere accesi il meno
possibile e non contemporaneamente lavapiatti, forno a microonde, frullatore,
ferro da stiro, eccetera.
Stesso discorso per interruttori, prese multiple, impianti stereo, sistemi di
allarme, antenne televisive e paraboliche.
Anche se non tutti i rischi sono scientificamente provati, l'Organizzazione
mondiale della sanità invita alla prudenza preventiva, evitando esposizioni
inutili. Un discorso a parte meritano telefonino e linee della metropolitana,
sospettati di nuocere alla salute. In attesa di studi più approfonditi, si
consiglia di non sostare a lungo accanto ai ripetitori dei telefonini e di
scegliere abitazioni che non siano vicine alle linee della metropolitana.
Gli
impianti elettrici di casa costituiscono un potenziale pericolo per la salute?
Secondo i fautori della "casa ecologica", il campo elettrico e
magnetico che producendo può spiegare mal di testa e altri disturbi.
Come si può intervenire, senza rinunciare alle comodità dell'energia elettrica?
Ecco il nostro decalogo della salute:
1.
La prima attenzione da porre è quella di non
sovradimensionare l'impianto. Meno tubi e fili percorrono la casa meglio è.
Spesso gli impianti elettrici si attorcigliano su se stessi e altrettanto di
frequente si verifica che, a dispetto del numero delle spine distribuite,
quella giusta manchi e si usino prolunghe con mille derivazioni collegate.
2.
Se si costruisce una casa nuova, o la si
ristruttura, è bene progettare l'impianto elettrico in linea, con una
conformazione a stella e non a cerchio, per non creare una gabbia di Faraday
(ovvero un circuito chiuso del campo elettrico) e per non amplificare, in una
sorta di effetto ad antenna, i fenomeni di alterazione del campo
elettromagnetico.
3.
Schermare i fili per abbattere il campo elettrico
(ci sono due modi: o inserendo le linee in tubi metallici collegati tra loro e
messi a terra in più punti, o utilizzando cavi già schermati).
4.
Al momento di stipulare il contratto Enel,
scegliete la potenza più bassa per il contatore compatibilmente con il consumo
previsto.
5.
Utilizzare un disgiuntore di corrente,
l'interruttore, che stacca la distribuzione al contatore quando non viene
richiesta elettricità nei diversi ambienti. Quando, prima di andare a dormire,
spegnete l'ultima luce, il disgiuntore entra in funzione abbassando al minimo
la potenza elettrica.
6.
In alternativa, avvolgere un cavo intorno alle fasi
in volute da 5 cm lasciando libera la terra. Secondo un esperto tedesco, il
professar Anton Schneider, i campi magnetici si abbattono così da 5 a 10 volte.
7.
L'impianto elettrico deve avere una buona messa a
terra, per scaricare al suolo le energie vaganti.
8.
Vanno messe a terra anche le masse metalliche,
presenti in un edificio, come le condutture dell'acqua.
9.
Da evitare, secondo recenti ricerche, le lampade
alogene, sia per l'intensità di corrente emessa (anche dieci volte le comuni
lampade a incandescenza), sia per l'alto consumo.
10. Scegliere elettrodomestici, computer e altri apparecchi, a
bassa emissione.